mercoledì 28 ottobre 2015

I principi di base del CLIL

Il CLIL si propone di far apprendere in modo integrato il contenuto disciplinare e la lingua, la grande forza di questa metodologia risiede nel fatto che la nostra memoria e la nostro comprensione del mondo è _mediata_ dalla lingua che usiamo per tradurre il mondo in qualcosa per noi di comprensibile.

Questa semplice osservazione induce a pensare che prima ancora delle varie metodologie (più o meno innovative) implementate nel CLIL la vera forza di questo metodo sta nel fornire allo studente un nuovo modo di guardare alla realta specifica della disciplina studiata, infatti utilizzare una lingua diversa dalla propria automaticamente porta a guardare quello specifico argomento in modo diverso (non fosse altro perché sono sicuramente due diversi universi linguistici con diversi collegamenti tra parole e dunque tra concetti).

E' questa corrente sotterranea a dare forza ed impeto al CLIL, a dargli quel valore aggiunto che lo rende una metodologia capace di sviluppare nuove competenze disciplinari e linguistiche in quel circolo virtuoso che si crea nell'utilizzare la lingua veicolare in modo strettamente legato ad una pratica disciplinare e dunque allo sviluppo di nuove capacità linguistiche che portano allo stesso tempo ad una nuova comprensione della disciplina.

sabato 10 ottobre 2015

4C of CLIL

Parto dal video della Coyle

0'.44"
4C is not a mantra, if you don't do 4C you are still doing CLIL
4C is a tool (a conceptual framework) to help teacher plan their lessons/units
all elements of Clil are connected
 

//the 4C:
  • Content (1'.17" most important for Coyle, define the subject, the syllabus, first of all identify Content and be very clear on what the content will be)
  • Cognition (1'.48" the level of learning, it's not acceptable that CLIL operates at a lower level of the cognitive level of the learner, we cannot justify that. The level of learning must be appropriate to the age of students)
  • Communication  (2'.45" language, language must support content demand, language must be accessible, language teaching must be synchronized with language needs for content learning)
  • Culture (4'.10" not in the traditional sense of festivals/food/traditions but has to do with citizenship/global understanding/life long learning, most important since we are learning trough another language we have the opportunity of seeing cultural differences and similarities that are present in the specific topic by the difference in language)
trovo significativo l'insistere della Coyle sul fatto che le 4C (non l'ho segnalato ma lo ripete alla fine del video) non sono un mantra, non sono qualcosa che deve accadere in ogni lezione ma bensì un'impalcatura su cui progettare e costruire le proprie lezioni.

Di particolare interesse la definizione di Cultura che diventa significativa per il tipo di Integrazione tra Linguaggio e Contenuti che intende proporre la metodologia CLIL, infatti il linguaggio che si usa per affrontare un argomento per costruirsi un idea di mondo influenza con il suo universo linguistico (le conessione tra parole che ne costruiscono i significati) l'idea che si va a costruire ed utilizzare un diverso universo linguistico (quello di un'altra lingua) spesso apre la mente a nuovi concetti e modi di vedere le cose - insomma una delle ricchezze dell'approccio CLIL a mio parere.

A questo aggiungo una ripresentazione del tetraedro delle 4C, parto da questo

dove non è chiarissimo che sia un tetraedro visto dall'alto immerso nella cultura

quindi in un primo momento avevo interpretato la cosa così:
++++
Aggiungo questo disegno che dovrebbe rendere meglio l'idea dell'equilibrio tra le 4C (ricordo ai non matematici che il tetraedro è un solido composto da 4 triangoli equilateri dotato quindi di 4 vertici)

 
CLIL_Tetrahedron
https://en.wikipedia.org/wiki/Tetrahedron

++++++

c'è da dire che forse la Coyle nel vertice in alto mette il Contesto e la cultura la mette un po' a cavallo di tutto.... in ogni caso l'articolo è quello linkato anche a lato qui: https://clilingmesoftly.wordpress.com/clil-models-3/the-4-cs-model-docoyle/

per cui forse il disegno rende meglio se fatto così






lunedì 5 ottobre 2015

La lingua nel CLIL

La lingua nel CLIL va considerata su molteplici livelli.

Uno è quello dell'attenzione didattica che porta a tenere insieme, nella progettazione del percorso, tanto il progresso linguistico che quello disciplinare. Un possibile modo per farlo è quello di progettare le lezioni in un modo graduale dal punto di vista linguistico (magari utilizzando i suggerimenti di Cummins ribaditi dalla Coonan ovvero partire da compiti supportati da un  "contesto" (supporti extra-verbali) forte con richieste cognitive basse e poi aumentando le richieste cognitive e riducendo il contesto in modo graduale fino ad arrivare a richieste cognitive elevate prive di contesto). Questo tipo di attenzione didattica consente di insegnare il contenuto attraverso la lingua straniera veicolare senza per questo tradire i contenuti o l'apprendimento della lingua.

Un altro livello, che per me è di assoluta importanza è il fatto che la lingua in qualche modo struttura il pensiero e pensare in un altra lingua significa vedere il mondo in maniera parzialmente diversa. La questione non è meramente di vocabolario ma di come i vocaboli si collegano tra loro e di come vengono costruite le frasi. Insomma l'uso di un linguaggio straniero comporta un benefico effetto di straniamento che attiva altre aree del cervello e porta ad una visione binoculare delle parole e dei loro significati (qui intendo che ad esempio se leggo dog mi viene in mente il cane e allo stesso tempo la parola cane italiana creando così un collegamento attraverso il signifcato e attivando diverse catene linguistiche e di vocaboli, nonchè diverse catene di caratteri con relative catene di pensieri diverse).Insomma studiare in un'altra lingua (o insegnare in un'altra lingua) o più semplicemente comunicare/esprimersi in un'altra lingua (fare languaging se vogliamo) comporta un arricchimento di orizzonti di significato attraverso ponti linguistici non prevedibili.Questa è una ricchezza non abbastanza sottolineata che da sola potrebbe giustificare il valore della metodologia CLIL.

Ancora c'è il valore meta-cognitivo del CLIL che da un lato costringe il docente a concentrarsi sulla necessità di farsi comprendere dai suoi studenti dall'altro costringe gli studenti a interrogarsi sull'effettiva comprensione di quel che stanno leggendo/ascoltando. Usare un'altra lingua per studiare qualcosa (e non per studiare quella lingua) costringe a riposizionarsi nelle proprie sicurezze espressive e sopratutto _forza_ una postura meta-cognitiva inducendo appunto la riflessione su quello che si sta apprendendo e comprendendo.

Possiamo cioè affermare che il CLIL non solo è Content and Language INTEGRATED Learning ma anche che attraverso questa integrazione si conduce naturalmente ad adottare una maggiore consapevolezza verso l'apprendimento e l'insegnamento, in qualche modo il CLIL è anche integrazione dell'insegnamento e apprendimento grazie all'uso del linguaggio straniero per sviluppare la comprensione di una disciplina non linguistica.

venerdì 3 luglio 2015

Tag cloud CLIL

Incomincio a tenere un diario del corso CLIL che sto seguendo presso l'Università degli studi "Suor Orsola Benincasa" di Napoli.

In questo primo post mostro una tag-cloud creata utilizzando il testo "CLIL teacher Competences" del 2010, dalle parole evidenziate

questa prima tag cloud è stata creata con tagcrowd: http://tagcrowd.com/

created at TagCrowd.com

la prima è inclusa nel blog come codice html, qui di seguito la versione immagine


Le tag-cloud sono uno strumento molto elementare di analisi testuale che presenta come nuvola di parole le parole più ricorrenti di un testo (in questo caso le 50 parole più ricorrenti), le dimensioni di ogni parola rappresentano il "peso" di quella parola nel testo (più una parola ricorre nel testo maggiore la sua dimensione.

Risulta evidente l'utilità di questo strumento quando si vogliono evidenziare le parole chiave di un testo in modo da consentire una rapida panoramica delle parole che bisognerebbe conoscere per comprendere almeno le parti essenziali di quel testo